Gioco senza regole by Jaci Burton

Gioco senza regole by Jaci Burton

autore:Jaci Burton [Burton, Jaci]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, General
ISBN: 9788865086018
Google: p--2BgAAQBAJ
editore: Leggereditore
pubblicato: 2015-02-17T23:00:00+00:00


14

Elizabeth vide l’auto di Gavin sparire.

Che cazzo stava succedendo? Voleva giocare con lei? Farla spaventare?

Liz entrò in casa, controllò la posta e poi la gettò sul tavolo della cucina. Si mise a camminare su e giù davanti alla finestra del soggiorno, certa che da un momento all’altro avrebbe visto Gavin imboccare il vialetto.

Ma non fu così.

Accidenti. Prese le chiavi e salì in macchina, diretta alla superstrada.

Quando arrivò alla strada buia dove viveva Gavin, le vennero dei dubbi. Che cazzo stava combinando? Che piano aveva? Bussare alla porta e chiedergli perché l’aveva seguita? Avrebbe dovuto telefonargli.

Be’, adesso era lì e stava percorrendo il lungo viale che portava al castello di Grayskull. L’imponente mastodonte a due piani, costruito in mattoni scuri, si ergeva nascosto da grossi alberi maestosi che non sembravano molto accoglienti.

Aveva un’aria lugubre e carica di presagi, con le piante rampicanti che coprivano le varie facciate.

Liz rabbrividì; odiava quella casa e il fatto che fosse così isolata. Non aveva idea del perché a Gavin piacesse quel posto. Quando l’aveva comprato, diversi anni prima, e gliel’aveva fatto vedere, lei aveva detto che sembrava la casa di un vampiro e non ci era mai più tornata.

Gavin aveva riso. Forse avrebbe riso anche quella sera, quando lei avesse bussato alla sua porta, offesa per il fatto che lui l’avesse seguita.

Eppure. Avevano diverse cose da sistemare.

Mentre accostava davanti alla casa e spegneva il motore, per poco non decise di girare e tornarsene a casa. Con un sospiro rassegnato e con quel pizzico di legittima indignazione che le restava per affrontare la questione, scese dall’auto, si sistemò la gonna e si diresse alla porta d’ingresso.

Afferrò quell’orribile batacchio a forma di gargoyle e lo batté tre volte. Non si sarebbe sorpresa se avesse sentito delle urla provenire dall’interno, dato che quella casa sembrava uscita da un film horror.

La porta si aprì, con uno scricchiolio ovviamente, e apparve Gavin. Aveva l’aria sorpresa. Lo sguardo di Liz indugiò sul resto del suo corpo, dato che era a torso nudo, indossava solo un paio di pantaloni di tuta malandati, ed era scalzo. I suoi ormoni femminili si misero in subbuglio, e dovette resistere al desiderio di saltargli addosso e di leccarlo fino a fargli perdere i sensi.

«Liz, che ci fai qui?»

«Ti ho seguito, come tu hai seguito me.»

Lui fece spallucce e aprì la porta. «Dato che sei qui, entra.»

Lei entrò nell’ingresso, e le ombre proiettate dai candelabri a muro la salutarono minacciose. Faceva freddo là dentro. Liz si strinse la giacca attorno al corpo e seguì Gavin in salotto.

Le pareti color borgogna non facevano che peggiorare l’atmosfera ostile.

«È sempre buio questo posto.»

Lui sorrise. «Mi piace questa casa.»

«Ti dona.»

«Vuoi qualcosa da bere?»

«Quello che stai bevendo tu.» Guardò il suo bicchiere.

Gavin raggiunse il bar nell’angolo della stanza e le versò un whisky, aggiunse un paio di cubetti di ghiaccio e si riempì il bicchiere.

«Vuoi sederti o solo guardarmi storto?»

Lei si sedette sul divano. Gavin le porse il whisky e si accomodò su una sedia poco distante. Liz sorseggiava il suo drink, sorridendo.



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